Nel percorso che va dai campi alle rivendite alimentari, fino alla nostra tavola, un terzo degli alimenti che produciamo va perduto o finisce nella spazzatura. Possiamo fare di meglio?

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Nel corso di un anno, una tipica famiglia statunitense di quattro persone butta nella spazzatura mezza tonnellata di viveri, equivalenti a 1,2 milioni di calorie, il vitto annuale di una persona in più. In questa immagine, gli sprechi di un anno accatastati tutti insieme nel soggiorno della famiglia Waldt, nel New Jersey.

La Fao ha calcolato che ogni anno un terzo della produzione alimentare mondiale destinata al consumo umano va perduta nelle varie fasi della catena di fornitura, che inizia nelle aziende dei coltivatori e degli allevatori, passando attraverso gli impianti di lavorazione e confezionamento per poi raggiungere i mercati all’ingrosso e al dettaglio, gli esercizi di ristorazione e infine le cucine delle nostre case.

Il totale degli scarti ammonta a 1.300 milioni di tonnellate, sufficienti a nutrire tre miliardi di persone.

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Le perdite e gli sprechi di prodotti alimentari avvengono per cause diverse, a seconda dei luoghi di produzione. In generale, nelle nazioni industrializzate gli sperperi sono maggiori nelle fasi di commercializzazione e di consumo, mentre nei paesi in via di sviluppo, che spesso mancano delle infrastrutture necessarie per far giungere a destinazione i prodotti in buone condizioni, la dispersione avviene per lo più nella fase di produzione, in quella successiva al raccolto e in quella di lavorazione.

Nei paesi industrializzati, grazie all’elevato grado di efficienza delle pratiche agricole, agli impianti di refrigerazione onnipresenti e alla buona qualità delle strutture di stoccaggio, trasporto e comunicazione, la maggior parte delle derrate alimentari prodotte (a parte le montagne di scarti che finiscono in discarica) riesce a raggiungere i punti di vendita; ma da quel momento in poi le cose peggiorano nettamente. Sempre secondo i dati Fao, nei paesi industrializzati si buttano ogni anno 670 milioni di tonnellate di in alimenti, cioè quasi l’equivalente dell’intera produzione alimentare dell’Africa subsahariana.

Ognuno di noi può far fronte a questa situazione! #‎Alimentando‬

Fonte: Repubblica