Nel giugno 2007 nasce la Comunità educativa femminile “Casa Miriam”.

Dove

Casa Miriam ha sede a Pavia, dietro la stazione ferroviaria e di fronte all’Ospedale principale, a pochi minuti dal centro storico, in Via Lombroso, 2: è inserita in un contesto urbano, con facilità di accesso a servizi sociali e formativi, occasioni culturali e professionali.
La casa è una villa di due piani, con tre stanze per le ragazze e una stanza per gli operatori di turno. L’immobile, dotato di un cortile/giardino, è stato concesso in comodato dalla Cooperativa Casa del Giovane in un’ottica di collaborazione e comunione d’intenti ed è condiviso con la comunità per donne in difficoltà Casa S. Michele (di Casa del Giovane) che occupa il lato nord della casa.

Accoglienza

La comunità femminile accoglie fino a 8 ragazze dai 14 ai 18 anni, italiane e straniere, favorendo così la convivenza multiculturale e il rispetto delle diversità.
Accoglie ragazze con provvedimenti civili o amministrativi di collocamento in comunità per allontanamento dalle famiglie d’origine in situazioni di grave disagio o di rischio, o perché straniere non accompagnate. Accoglie inoltre ragazze con misure penali (misura cautelare del collocamento in comunità, messa alla prova, affidamento in prova al servizio sociale).
La comunità riserva due posti al Pronto Intervento (ancora in progettazione) per l’accoglienza di minori d’urgenza e nella fase di osservazione fino all’individuazione del progetto educativo e della struttura idonea. Le ragazze inserite in Pronto Intervento possono anche successivamente proseguire il percorso ad Arimo.

Offerta educativa e formativa

La comunità si struttura come una residenza – scuola – laboratorio aperta a ciò che offre il territorio.
Quasi tutte le ragazze finora inserite hanno potuto frequentare istituti scolastici o corsi di formazione professionale a Pavia.
Nel pomeriggio sono supportate con la scuola interna che lavora senza programmi standard, attraverso una didattica modulare che si avvale di insegnanti per il sostegno scolastico.
Durante il periodo scolastico, parallelamente all’attività di studio, sono proposti alle ospiti laboratori interni e attività professionali, sportive, artistiche e culturali.
Si è organizzato un laboratorio di marmellate e confetture, per alcuni eventi è stato fornito un servizio di catering gestito dalle ragazze. Le ragazze partecipano a un corso di teatro-terapia con l’Associazione Culturale Calipso e ad un corso di grafologia con consulente grafologa, e svolgono periodicamente attività sportiva di equitazione presso un maneggio della zona.

Stages estivi e orientamento

Casa Miriam utilizza notevoli risorse e offerte formative presenti sul territorio (scuole, istituti professionali, tirocini, centri di formazione permanente, piccoli commercianti, servizi e botteghe artigiane della zona) per i percorsi di orientamento e inserimento lavorativo delle ragazze.
Arimo offre, ove opportuno, un percorso di orientamento professionale con proprio consulente.
Ogni mese di luglio è proposto a ciascuna ospite un periodo di stage lavorativo presso un datore di lavoro corrispondente alle aspirazioni e al percorso formativo intrapreso dalla giovane.

Co-educazione

La comunità femminile è separata ma operante in rete con quella maschile Casa di Camillo, attraverso la stretta collaborazione tra gli staff educativi e attività comuni alle due comunità, nell’ottica di sperimentare il valore della co-educazione nella costruzione dell’identità di genere.

Sostegno psicologico e presidio psichiatrico

Grazie al progetto finanziato da Fondazione UMANA MENTE, le ospiti possono usufruire di un servizio di valutazione psicodiagnostica e di sostegno psicologico settimanale con consulente psicoterapeuta della comunità. La comunità si avvale, in caso di emergenza, della collaborazione di un consulente psichiatra.

Miriam

Casa Miriam è stata intitolata alla piccola Miriam, una meravigliosa bimba di due anni, figlia di una delle prime minori accolte: fin dall’apertura della nuova comunità femminile Arimo è stata pienamente chiamata a fare esperienza della specificità del lavoro educativo con le ragazze e a coinvolgersi in nuove sfide come quella dell’accoglienza di una minore-mamma.