Sul finire del mese di maggio in Francia sono stati approvati degli emendamenti che sanciscono che i supermercati che gettano nell’immondizia il cibo non ancora scaduto commettono un reato.

Sono previste delle pene piuttosto severe per i trasgressori, sia amministrative che penali: per evitare di incorrere nell’illegalità, d’ora in poi il cibo dovrà essere principalmente consegnato alle associazioni benefiche che si occupano di ridistribuirlo, ma ci sarà anche la possibilità di sfruttarlo come concime per il compost e come mangime per gli animali.

L’obiettivo è quello di dimezzare entro il 2025 gli sprechi alimentari d’oltralpe, la speranza è quella di risvegliare le coscienze delle istituzioni europee e mondiali: non è possibile continuare ad ignorare un problema che contribuisce a creare e mantenere eccessivi squilibri sociali, un problema che non è un caso lontano dalla realtà ma che si manifesta ogni giorno in ogni città, in ogni piccolo paesino, in ogni provincia, un problema che (per come lo vede chi sta scrivendo questo articolo) si perpetua nel tempo perché chi è a capo del sistema ignora la vera portata del fenomeno e le sue implicazioni sul welfare, sull’economia e sull’impatto ambientale.

Mi spiego: le derrate di cui si parla sono composte da cibo non scaduto, assolutamente commestibile, che presenta piccoli difetti “d’immagine” (ad esempio una mela ammaccata) o che è in prossimità di scadenza ma non viene scelto dal consumatore, perchè ovviamente chiunque sceglie per sé il prodotto migliore a parità di prezzo. Nella situazione attuale, questi “invenduti” vengono accumulati ed una piccola parte viene destinata alle associazioni di beneficenza, una parte utilizzata come combustibile ed una parte viene cosparsa di candeggina per non fare troppo odore e per evitare di attirare affamati (animali o persone) e semplicemente buttata via.

Prevedendo un intervento come quello francese, il fenomeno degli sprechi verrebbe ridotto, le persone con più difficoltà potrebbero avere la certezza di un pasto di buona qualità e quindi stare meglio, i supermercati e gli attori coinvolti avrebbero una tassazione differente poichè non produrrebbero rifiuti in maggiori quantità, ma donando il cibo avrebbero al contrario agevolazioni fiscali, infine l’ambiente trarrebbe beneficio dalla minore quantità di rifiuti difficilmente smaltibili.

In Francia la situazione è cambiata grazie ad una petizione lanciata da Arash Derambarsh,  un consigliere comunale di Courbevoie, a nord-ovest di Parigi che in poco tempo ha raccolto 200 mila firme ed ha permesso così di arrivare alla nuova legge.

In Italia, sull’onda del successo francese, è stata lanciata una raccolta firme da Change.org per far sì che anche qui la situazione cambi. Se sei interessato e sensibile alla tematica puoi firmare anche tu compilando QUESTO piccolo form e dando la tua adesione.

Cambiare si può, sta a noi tentare di migliorare il nostro mondo con un piccolo gesto nella giusta direzione.

 

antispreco petizione