Buttare, scartare, gettare, sprecare… parole che usiamo nella quotidianità, che hanno significati diversi in base al contesto in cui le usiamo, che troppo di frequente vengono usate con superficialità, supponenza e senza che le venga dato il giusto peso.

Queste sono parole che all’interno del mercato alimentare hanno una certa importanza e che vengono inculcate nelle mente di chi lavora in questi ambiti, ma non gli viene spiegato il reale significato che possono assumere.

Pensate che la selezione viene fatta da chi è incaricato di controllare la qualità di questi alimenti viene fatta secondo criteri meramente estetici.

Una banana per entrare sul mercato viene misurata, pesata, si analizza il suo colore, la sua curvatura ma non si assaggia. Una mela viene pesata, lucidata e misurata con il calibro, ma non assaporata. Bastano pochi millimetri, poche sfumature, una piccola deformazione e non sei più buono, non puoi essere mangiato.

Se non rispetti i requisiti che magnati del cibo hanno imposto all’interno di protocolli rigidi e severi possono portare addirittura al licenziamento.

Pensate ai dipendenti del supermercato medio che non possono portar a casa prodotti che non trovano più spazio sugli scaffali. Pensate all’insegnate della scuola elementare che non può neanche lontanamente pensare di portarsi a casa ciò che viene avanzato dai suoi piccoli studenti.

Tutto questo ve lo raccontano in un documentario di 74 minuti chiamato “Just Eat“, che ci ricorda quanto tutti amiamo il cibo, quanto il cibo sia presente nella nostra totale quotidianità- programmi tv, riviste, negozi ecc. Guardarlo può aiutare a capire tante cose, a ragionare su tanti concetti che forse non vengono presi in considerazione come dovrebbero.

Non vogliamo fare polemiche o finti moralismi, non vogliamo dire che è tutto sbagliato o fare di tutta l’erba un fascio, perché per fortuna non è così.

Tante realtà, piccole, medie grandi che siano s’impegnano quotidianamente per cambiare queste insulse e inutili regole imposte a tutti noi che abbiamo il diritto ma soprattutto il dovere di informarci, di parlare, di farci ascoltare e soprattutto di cambiare le cose!

Per cambiare dobbiamo fare. Tutti, nel proprio piccolo, possono e devono fare la differenza.

E se per ora tutte queste sono solo sogni, idee, valori pensiamo che un girono potranno essere la realtà… l’importante è non arrendersi mai!